domenica 5 luglio 2009

Il caos a incastro

Ho fallito anche quest'ultima volta. Nonostante sapevo più di chiunque altro, e lo speravo più di chiunque altro, non sono riuscito a vedere. Il caso ad incastro, ragione di vita della mia gente, prevede tutto. Noi siamo il caso, noi e tutti gli eventi che creiamo, scateniamo, intrecciamo. Noi ma anche tutto il resto del creato. Animali, piante, eventi atmosferici, tutto è collegato. Ero lì per vedere, essere il primo testimone dell'evento inspiegabile che si ripete all'incirca ogni trecento anni, ma non ho visto. Il caso aveva previsto non solo il mio arrivo ma anche quello di Muda. Merda.

Mi chiamo Ferdinand Viola e sono un viaggiatore nel tempo. Mi sono offerto volontario per i viaggi nel tempo inerenti la ciclica scomparsa del Bosco di Nerobio perché in questo fenomeno il fattore caso sembra assolutamente fondamentale.
Circa ogni trecento anni nel paese di Nerobio, ma anche nei suoi dintorni, si verifica probabilmente la storia più misteriosa che mi sia capitato mai di sentire. All'incirca ogni trecento anni, dicevo, il bosco del paese sparisce senza che mai neanche una persona sappia dire come è sparito. Sparisce sempre senza testimoni. E riappare qualche tempo dopo allo stesso modo, senza che nessuno lo abbia visto. Dove finiscono gli alberi del bosco? Nessuno lo sa e allora tutti inventano la loro storia e la raccontano ai bambini per metterli a letto. Questo episodio non fa che riportare la gente del paese di Nerobio ad un livello di evoluzione mentale arretrato, o forse chissà modernissimo, lungimirante, giusto. Non lo so, sono confuso. Per loro è normale che vada sempre a finire così. La sparizione del bosco avviene quando tutti meno se l'aspettano, ma la cosa non li turba affatto, accettano la cosa senza farsi troppe domande filosofiche. Nel periodo in cui gli alberi spariscono loro fanno finta di niente, conducono la loro vita in maniera del tutto normale, come se il loro bosco fosse ancora lì, fino a quando quello non riappare senza testimoni.
Mi sono offerto volontario insieme al collega Muda Dal Gasso perché siamo noi che abbiamo portato avanti il progetto, noi che abbiamo studiato per essere lì al momento giusto. Noi che abbiamo fallito miseramente.
Rinuncio per tanto alla mia carica di presidente della CasoperCaso e chiedo inoltre ai colleghi viaggiatori del tempo di essere radiato dall'ordine di appartenenza.

È un caso che un ragazzino che attraversa la strada scendendo dal marciapiede con il piede destro da grande farà l'avvocato, mentre se poggia prima il sinistro sarà un'architetto? O Dio, se qualcuno potesse ascoltare i miei pensieri cosa penserebbe di me?

Eppure sapevamo le date precise di quando l'evento si sarebbe presentato, eppure, eppure, solo cazzate.