L’Universo, anzi gli universi!
Quante parole sono state già dette, quante sono state già scritte in proposito.
In linea di massima possiamo dire che sono in pochi quelli che ancora sostengono che di universi ce ne siano solo un certo numero ben preciso, la maggioranza degli studiosi ha da tempo abbracciato la teoria secondo la quale di universi ce ne sono invece di infiniti -1. Come ci insegna la storia, sappiamo che inizialmente la stragrande maggioranza delle creature intelligenti aveva pensato ad un solo universo possibile, il loro, solo dopo una certa evoluzione mentale arrivarono le teorie “a numero chiuso” degli universi. Poi, molto tempo dopo rispetto ai primi voli spaziali, con la scoperta, prima, e l’utilizzo, poi, di motori e combustibili più veloci economici ed ecologici, non solo da parte terrestre ma anche da parte degli altri popoli dell’universo, arriviamo ai primi incontri tra abitanti di diversi pianeti che giungono presto alla conclusione che di teorie sull’universo ce ne sono molte più di quanto si credeva. I popoli riuniti dell’universo pensarono bene che tutte le loro teorie sull’universo, e quindi sull’origine della vita, fossero valide allo stesso modo e decisero, anzi capirono, che tanto valeva sommare tutte le loro teorie insieme. Se per gli abitanti della Terra di universi ce ne sono, diciamo per dire, 14, mentre per gli abitanti di Gorbick 6 ce ne sono, sempre per dire, ben 24, allora perché non sommare 14+24? Chiaramente in questo dibattito non presero parte solo gli abitanti della Terra e di Gobrick 6. Circa 100.000 rappresentanti di diversi pianeti parteciparono al primo storico incontro tenutosi nel pianeta Federnon III. Centomila teorie diverse per un numero praticamente infinito di possibili universi paralleli. Possibili perché già è impossibile viaggiare in lungo e in largo per l’universo in cui viviamo figuriamoci avventurarsi all’interno di un altro. Di solito, infatti, chi finisce in qualche altro universo lo fa solo per un tragico errore o per una necessità incombente. Appurato che di universi ce ne sono infiniti, risultò quasi naturale pensare che qualche universo poteva anche essere nato e morto prima del tempo. Alcuni pensarono, forse giustamente forse no, che bastava il solo pensiero di un universo morto per farlo morire veramente. È la consapevolezza, azzardò allora qualcuno, che uccide.
Tra i diversi universi paralleli di cui siamo a conoscenza ci sono quelli generati in un laboratorio scolastico da una classe di tredicenni, quelli nati da un sogno di un pittore surrealista e destinati a morire al suo risveglio. Ce ne sono, altra teoria abbracciata dai più, di infinitamente piccoli e di infinitamente grandi, alcuni generati semplicemente schiacciando un pulsante, altri nati casualmente come conseguenza di altri eventi, comunque la maggior parte degli universi che si conoscono sono nati secondo un progetto ben preciso, come nel caso dell’universo parallelo disabitato creato per il ricco eccentrico misantropo che non voleva più vedere nessuno.
Quante parole sono state già dette, quante sono state già scritte in proposito.
In linea di massima possiamo dire che sono in pochi quelli che ancora sostengono che di universi ce ne siano solo un certo numero ben preciso, la maggioranza degli studiosi ha da tempo abbracciato la teoria secondo la quale di universi ce ne sono invece di infiniti -1. Come ci insegna la storia, sappiamo che inizialmente la stragrande maggioranza delle creature intelligenti aveva pensato ad un solo universo possibile, il loro, solo dopo una certa evoluzione mentale arrivarono le teorie “a numero chiuso” degli universi. Poi, molto tempo dopo rispetto ai primi voli spaziali, con la scoperta, prima, e l’utilizzo, poi, di motori e combustibili più veloci economici ed ecologici, non solo da parte terrestre ma anche da parte degli altri popoli dell’universo, arriviamo ai primi incontri tra abitanti di diversi pianeti che giungono presto alla conclusione che di teorie sull’universo ce ne sono molte più di quanto si credeva. I popoli riuniti dell’universo pensarono bene che tutte le loro teorie sull’universo, e quindi sull’origine della vita, fossero valide allo stesso modo e decisero, anzi capirono, che tanto valeva sommare tutte le loro teorie insieme. Se per gli abitanti della Terra di universi ce ne sono, diciamo per dire, 14, mentre per gli abitanti di Gorbick 6 ce ne sono, sempre per dire, ben 24, allora perché non sommare 14+24? Chiaramente in questo dibattito non presero parte solo gli abitanti della Terra e di Gobrick 6. Circa 100.000 rappresentanti di diversi pianeti parteciparono al primo storico incontro tenutosi nel pianeta Federnon III. Centomila teorie diverse per un numero praticamente infinito di possibili universi paralleli. Possibili perché già è impossibile viaggiare in lungo e in largo per l’universo in cui viviamo figuriamoci avventurarsi all’interno di un altro. Di solito, infatti, chi finisce in qualche altro universo lo fa solo per un tragico errore o per una necessità incombente. Appurato che di universi ce ne sono infiniti, risultò quasi naturale pensare che qualche universo poteva anche essere nato e morto prima del tempo. Alcuni pensarono, forse giustamente forse no, che bastava il solo pensiero di un universo morto per farlo morire veramente. È la consapevolezza, azzardò allora qualcuno, che uccide.
Tra i diversi universi paralleli di cui siamo a conoscenza ci sono quelli generati in un laboratorio scolastico da una classe di tredicenni, quelli nati da un sogno di un pittore surrealista e destinati a morire al suo risveglio. Ce ne sono, altra teoria abbracciata dai più, di infinitamente piccoli e di infinitamente grandi, alcuni generati semplicemente schiacciando un pulsante, altri nati casualmente come conseguenza di altri eventi, comunque la maggior parte degli universi che si conoscono sono nati secondo un progetto ben preciso, come nel caso dell’universo parallelo disabitato creato per il ricco eccentrico misantropo che non voleva più vedere nessuno.