martedì 24 giugno 2008

Mustafa e il denaro

Mustafa è uno che se ne fregava veramente di tutto, mica le chiacchiere. Prendeva una decisione e cascasse Cristo la faceva. Però faceva tante di quelle cose insieme che spesso si intrecciava. Per esempio una volta decise di abbandonare tutte le sue ricchezze per vivere da eremita, e per un po’ ci era anche riuscito e sembrava addirittura che stesse bene, fatto sta che questa tranquillità dopo un po’ sparisce, e, come molte volte capita, anche ai migliori, è passato da un atteggiamento al suo contrario, ritornando di fatto ai suoi amati soldi, soldi che amava spendere per i suoi happening. Si ma che razza di storia è questa, cioè voglio dire dov’è che è interessante? Adesso ci arrivo, ritornò al suo sfarzo, ai suoi schiavi, ai suoi cammelli e babbuini al guinzaglio, e fare i suoi soliti show oltraggiosi, proprio soliti in realtà non lo erano, tutti se ne accorgevano, anche lui, per primo, se ne accorgeva, perché a qualche cosa gli sarà anche servita tutta quella psicanalisi e quella spiritualità da santone asiatico, fatto sta, che l’inquietudine non lo abbandonava più, soprattutto alla luce del fatto che neanche le sue continue autoanalisi riuscivano a capire il perché di questo suo disagio. Ma scusami tanto ma non poteva farsi analizzare da qualcuno? Ma allora tu non sai proprio niente? Scusa se rido, ma incontrare qualcuno che non conosce a memoria la vita e le opere di Mustafa è impensabile da queste parti, da quale posto hai detto che vieni? Cerbère. In America mi dicevi? No, in Europa. Ah l’Europa, ne ha fatte di cose in Europa Mustafa e i suoi amici, ma noi stavamo parlando di cosa? Sempre di Mustafa. Si ma di cosa di Mustafa? Di quando è andato a vivere da barbone. Ha già, un momento non da barbone, da eremita, non è la stessa cosa, e si diceva che lui, come al solito, non ha voluto farsi aiutare dagli strizzacervelli amici suoi come Foreman, Foreman e gli altri li lasciava liberi di far impazzire gli altri ma non lui, mica fesso era Mustafa. Comunque, ero arrivato al sogno? No che sogno? Mustafa era talmente angosciato per via dell’angoscia…Ma tu se parlo così mi capisci o no? Nel senso, voi dell’Europa ce l’avete l’angoscia? Mi sa che l’abbiamo inventata noi. O Dio addirittura…. l’angoscia è propria del genere umano. Forse gli europei sono stati i primi a scoprirla, definirla, trattarla, ma si parlava di Mustafa e del suo sogno, cioè, un giorno quando oramai tutti erano convinti che Mustafa si sarebbe ritirato a vita privata, perché la cosa andava peggiorando giorno per giorno, capisci, le sue incursioni a sorpresa diventavano sempre più rare e sempre più fiacche, insomma non era più lo stesso di prima, ma a te, mi dimentico sempre, e non rimanerci male è? No no per carità. A te, dicevo, mancano le basi, ma si parlava di Mustafa e non di te, e se si parla di te è perché non conosci la vita e le opere di Mustafa, buffo no? Un giorno, dicevo, quando oramai il suo ultimo sorriso era scomparso dal ricordo di tutti i suoi amici e sudditi, un giorno che sembrava proprio, ancora una volta, essere peggio di quello precedente, Mustafa fece chiamare Platero, il suo addestratore di babbuini, per dirgli, Da domani tu ed io ce ne andiamo all’eremo ad addestrare i babbuini ad attaccare chiunque superi una certa soglia di benessere economico, me lo ha detto Dio in persona che dobbiamo farlo. Voleva addestrare i babbuini ad attaccare…I ricchi. Comunque questa cosa l’ho già sentita, e come fecero ad insegnare. Ti credo che l’hai sentita, tu puoi anche non aver mai sentito parlare di Mustafa ma sicuramente le sue gesta le conosci eccome, su come hanno fatto ad addestrare i babbuini nessuna sa niente, nessuno, quello che si conosce è cosa è successo dopo, quando Mustafa e Platero sono tornati dall’eremo. Cosa? I ricchi di Parigi, Londra, Pechino, Tokyo, New York, Toronto, Miami, Milano, Roma, Lione, e potrei andare avanti, tutti con il culo per terra, ma la cosa bella, che Mustafa aveva calcolato, secondo i miei calcoli, è che non furono i veri ricchi a rimetterci, ma quelli che girano per strada tranquillamente, quelli un po’ ricchi, ai babbuini capitava insomma di assalire gente che portava dei soldi in banca, incassi di qualche supermercato un po’ sfigato, gente che vinceva qualcosa al gratta e vinci, persone che avevano con sé un assegno, i babbuini, ripeto non si sa come, fiutavano i soldi, la ricchezza, assediavano le limousine, le donne con dei gioielli vistosi o in pelliccia, un vero spasso che lo divertiva tantissimo, stava guarendo. Colto dall’entusiasmo, visto che stampa e tv ne parlarono, un giorno volle ringraziare Platero e sai che fece, secondo me senza pensarci, distrattamente. Lo pago profumatamente. I babbuini non appena fiutarono l’odore di arricchimento lo assalirono e come sempre accade per la vittima dei babbuini non ci fu niente da fare. E perché i babbuini non assalirono anche Mustafa, scusa erano soldi di Mustafa quelli con cui coso…Platero è stato pagato per il lavoro, o no? Ti ricordi quello che ti ho detto per gli strizzacervelli? Be lui, cioè Platero, aveva addestrato i babbuini a non assalire Mustafa. E non poteva fare la stessa cosa con se stesso, non poteva insegnare ai babbuini a non assalirlo? Doveva, doveva, ma sai come vanno certe cose, rimandi a domani di continuo quello che dovresti fare oggi e questo è quello che succede a volte, una vera tragedia fu, meno male che i sensi di colpa gli durarono solo pochi minuti, già al suo funerale ne combinò un paio che...

venerdì 6 giugno 2008

Il 23esimo Presidente degli Stati Uniti d'Europa

Molti dei misteri che avvolgono la figura del ventitreesimo Presidente degli Stati Uniti d’Europa rimangono ancora irrisolti. Il primo mistero, che è anche il più importante e quello che tratteremo qui, riguarda il suo bagaglio genetico. Alcuni suoi cromosomi sembrano rimasti ottusamente ancorati ad un’altra epoca, ci verrebbe da dire ad un’altra era, in cui le più elementari regole di civile convivenza ancora non venivano neanche lontanamente ponderate. Questo ventitreesimo Presidente d’Europa a stento sopportava che qualcuno lo guardasse, saltava volentieri i ricevimenti e le manifestazioni ufficiali, durante le consultazioni politiche preferiva mandare al posto suo un sosia. Durante l’esecuzione degli inni nazionali in una manifestazione sportiva importante, come è accaduto durante una finale della coppa del mondo di calcio, era l’unico che non si alzava in piedi. Dovevano essere i suoi consiglieri a dirgli –Ehi, Mac ci sono gli inni stanno tutti in piedi, ci sono le telecamere di tutto il mondo, dovresti proprio alzarti-. Solo allora Vinnie Cipriani Mac Verry si alzava e a malincuore metteva la destra sul petto come era riuscito ad insegnargli, dopo molti sforzi, qualche paziente figura di cui adesso nessuno ricorda il nome. Le immagini dei suoi sbadigli, delle sue sbuffate, dei suoi occhi al cielo come a dire, Ma che ci sto a fare qui io, hanno fatto il giro del mondo.
Eppure non si deve credere che sia stato un pessimo Presidente. Se non fosse che non sapeva stare in pubblico per il resto era una persona raffinata e gentilissima. Alcuni dicono che non si trattava di cromosomi… come dire difettosi: era una più banale e classica cattiva compagnia a farlo comportare così ignobilmente. Si sapeva da tempo il nome di questo elemento di disturbo, ma nessuno poteva eliminarlo. Non lo hanno fatto gli Americani né i cinesi perché ne traevano vantaggio, non lo ha fatto il Presidente stesso perché gli era affezionato.